La notte del 30 ottobre 1975, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, si consumò un evento che avrebbe segnato la storia criminale italiana: la Strage di Via Caravaggio. Una famiglia intera, i Santangelo, venne brutalmente assassinata nella propria abitazione, un quarto piano al numero 78 di Via Michelangelo da Caravaggio.
Il Prezzo della Notte
La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1975, un assassino senza volto entrò nell’appartamento dei Santangelo. Domenico Santangelo, 54 anni, ex capitano di lungo corso e rappresentante di vendita, la sua seconda moglie Gemma Cenname, 50 anni, ostetrica ed ex insegnante, e la figlia di lui, Angela Santangelo, 19 anni, impiegata dell’ INAM. Nessuno di loro avrebbe mai rivisto la luce del giorno.
L’assassino agì con una precisione spietata, colpendo le vittime alla testa con un oggetto contundente mai identificato e poi ferendole alla gola con un coltello da cucina. Non risparmiò neanche il loro amato cane Yorkshire terrier, Dick, soffocato con una coperta.
Un Delitto Perfetto?
Il crimine venne scoperto solo l’8 novembre, quando Domenico Zarrelli, nipote di Angela Cenname, si rivolse alla polizia. Da giorni non aveva più notizie della zia, le aveva telefonato ripetutamente senza mai ricevere risposta.
Le indagini si conclusero in un nulla di fatto: l’autore della terribile mattanza non fu mai identificato. Resta il mistero di un massacro senza verità né giustizia.
Conclusioni
La Strage di Via Caravaggio rimane uno dei crimini più inquietanti e misteriosi della storia italiana. Nonostante siano passati decenni, il ricordo di quella notte terribile continua a tormentare l’immaginario collettivo, un monito spettrale del male che può annidarsi nell’ombra.
Nota: Questo articolo è stato scritto con l’intento di rispettare le vittime e i loro familiari. Non è mia intenzione sminuire la gravità di questi eventi o speculare sulle circostanze del crimine. L'articolo ha solo scopo informativo. Generato da un Intelligenza Artificiale.
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