martedì 5 dicembre 2023

Polvere, il caso Marta Russo: un mistero ancora irrisolto

Il 9 maggio 1997, Marta Russo, una studentessa di 21 anni, fu uccisa da un colpo di pistola all’Università La Sapienza di Roma. Il caso, noto come Polvere, ha suscitato grande interesse mediatico e pubblico, ma anche molte domande. Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro furono condannati in via definitiva per l’omicidio, ma le prove alla base della sentenza vacillano.

Il caso è stato oggetto di numerose inchieste giornalistiche e di un podcast di successo, che hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse per questa vicenda.

Ma cosa c’è dietro il misterioso omicidio di Marta Russo? Quali sono le prove che mettono in dubbio la sentenza definitiva? E chi è il vero colpevole?

Scopriamolo insieme in questo articolo, dove analizzeremo nel dettaglio il caso di Polvere, il caso Marta Russo.

Personalmente, ritengo che il caso di Marta Russo sia uno dei più misteriosi e affascinanti della cronaca nera italiana. La vicenda, che ha tenuto con il fiato sospeso l’opinione pubblica per anni, è ancora oggi avvolta nel mistero.

Secondo le prove a carico dei due condannati, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, il colpo di pistola che uccise Marta Russo fu sparato dal bagno al piano terra accanto al magazzino della ditta di pulizie. I dipendenti lo chiamavano “il deposito delle munizioni”, avevano il porto d’armi e sparavano al poligono. Tuttavia, le prove che mettono in dubbio la loro colpevolezza sono molte. Ad esempio, il granello di polvere da sparo trovato sul davanzale dell’aula 6, al primo piano di un edificio arancione, potrebbe essere quello dei freni di una vecchia Panda. Inoltre, i due condannati non conoscevano la vittima e non avevano un movente per ucciderla, mentre un'altra versione dice che i due condannati furono visti in prossimità del luogo del delitto poco prima dell’omicidio.

Sebbene i due uomini siano stati condannati in via definitiva, le prove alla base della sentenza vacillano. Il caso di Polvere, il caso Marta Russo Ã¨ ancora oggi avvolto nel mistero e suscita molte domande.

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